CENNI STORICI SULL’ORIGINE DILECCE NEI MARSI
Il Comune di Lecce nei Marsi , in provincia
dell’Aquila, si trova ubicato nella Marsica est, in posizione pedemontana, a
735 metri sul livello del mare. Il territorio comunale, esteso per ben 65,98
kmq., confina con Pescasseroli a sud-est, con Villavallelonga e Collelongo a
sud-ovest, con Gioia dei Marsi a nord-est e con Ortucchio a nord-ovest. Di
seguito e’ riportato un quadro generale concernente Lecce nei Marsi in cifre:
SUPERFICIE TERRITORIALE |
6598 ETTARI (65,98 KMQ.) |
BOSCHI |
3187 ETTARI (31,87 KMQ.) |
SEMINATIVI |
335 ETTARI
|
PRATI E PASCOLI |
2050 ETTARI
|
AREA ABITATA O OCCUPATA DA
INFRASTRUTTURE |
641 ETTARI
|
ALTRA SUPERFICIE |
385 ETTARI
|
POPOLAZIONE RESIDENTE |
1699 ABITANTI NEL 1991 |
ABITAZIONI OCCUPATE |
666 (1991)
|
ABITAZIONI LIBERE |
518 (1991)
|
(L’aggiornamento relativo a tali dati e’ legato allo
svolgimento del censimento della popolazione nell’anno 2001)
CENNI STORICO ARTISTICI
IL NOME
Le controversie a proposito dell’origine del nome di
Lecce nei Marsi sono tante e svariate, poiché ancora oggi non si ha una
teoria valida a tutti gli effetti. Comunque, in base a dati di una certa
rilevanza ed attendibilità e anche a detta dei Sindaci E. Terra ed A.
Terra , che amministrarono il paese nel 1876 e nel 1881, il nome “LECCE”
deriverebbe dal fitonimo latino “QUERCUS ILEX”, ovvero la pianta del LECCIO,
di cui era piena la valle sottostante l’abitato originario.
Tuttavia, il DI PIETRO e altri storici locali ritengono che
il nucleo originario del paese, corrispondente alle attuali rovine di Lecce nei
Marsi, poste a quota 1300 metri S.L.M., sia stato fondato attorno al secolo X da
alcune famiglie asiatiche venute in zona a seguito delle CROCIATE, precisamente
i LICII. Pertanto il nome deriverebbe dalla LICIA, regione storica dell’Asia
Minore, da dove questa gente si presume sia giunta in zona.
L’influenza spagnola successiva ha poi modificato i
caratteri tipici della zona, cosicche’ sono tanti i cognomi spagnoli e, data
la correlazione tra elementi spagnoli ed arabi, vi sono nomi di localita’ che
hanno origine anche dall’ARABO (ad esempio, il nome della localita’ MAQRANA
forse deriva da MACRAN, che in arabo significa “TERRA LONTANA”).
A sostegno dell’ipotesi del Di Pietro, troviamo diversi
fattori, uno tra tutti la commemorazione del Santo Patrono di Lecce, ovvero
S.Biagio, che veniva venerato soprattutto in Asia Minore e poi il nome stesso di
Lecce, che non e’ “DEI MARSI”, come altri paesi della zona, ma “NEI
MARSI”, come per sottolineare una certa “estraneita’” della popolazione
locale rispetto all’ambiente circostante.
LA POPOLAZIONE
Enorme utilità nello stabilire le origini del paese e la
composizione delle famiglie ha avuto il CATASTO ONCIARIO, un vero e proprio
censimento della popolazione che risale al 1753 e che annovera molte famiglie la
cui origine e’ chiaramente spagnola, mentre altre sono il risultato di
contaminazioni tra le culture orientali e quelle locali attorno al X secolo d.c.
La popolazione di Lecce nei Marsi non ha abitato la zona in
maniera omogenea, ma in piccoli gruppi che poi sono confluiti in un unico
agglomerato.
Secondo alcuni studiosi infatti, la vera origine del paese
risale addirittura al X secolo A.C. (!), quando il luogo fu abitato dalla
cosiddetta CIVILTA’ SAFINO - ITALICA. Tante sono le leggende a proposito di
questa gente, ivi compresa quella che vorrebbe i Safini come depositari
dell’eccezionale pratica del culto dei morti ereditata dagli ETRUSCHI, ma le
rovine rinvenute negli scavi del torrente TAVANA sembrano accreditare la
presenza di un nucleo abitato che risale piu’ o meno all’epoca ROMANA e
definito “VICUS ANNINUS”.
Testimonia l’origine del VICUS come agglomerato di epoca
romana la scoperta nel 1877 di alcune tombe che avevano inciso in piu’ parti
sulla pietra l’iscrizione “ANNINUS”.
Poi, nel 1976, alcuni scavi effettuati presso la zona
sud-orientale del paese, precisamente lungo l’alveo del torrente TAVANA,
portarono alla luce un piedistallo di epoca romana con un’epigrafe che parlava
di un certo AULO VIRGIO MARSO, militare presso l’esercito imperiale di
Tiberio, che donava alla popolazione la somma di 10.000 sesterzi! Secondo gli
storici, sul piedistallo doveva esserci una statua in argento che fu trafugata
in tempi di carestia e l’attendibilità dell’epigrafe e’ data da un
confronto fatto sul CIL (raccolta di iscrizioni latine) di THEODOR MOMMSEN, la
maggiore raccolta in assoluto di epigrafi. Oggi il prezioso piedistallo si trova
presso il castello di Celano.
Il periodo alto - medioevale presenta purtroppo delle ampie
lacune che non aiutano a risolvere il problema di una eventuale integrazione tra
i cittadini del Vicus e gli asiatici del castello di LITIUM (Lecce Vecchio),
pertanto non si può dire molto a tal proposito. Comunque si sa che intorno al
Castello Licio vero e proprio si formarono delle localita’ come SIERRI e CIRMO,
nonche’ CA’ BUCCELLA e CA’ MARINO ( e non Ca’Bucilli e Camerino(?), o
peggio ancora Le Serre(?), nomi che campeggiano sulle indicazioni
turistiche un po’ dappertutto nel nostro paese!), che avevano anche una
discreta estensione .
Come tutti i centri marsicani, anche Lecce era costituita
da nuclei abitativi satelliti.
Ma il primo di cui si ha menzione e’ il castello di ANGRE
o AGNE, che corrisponde alla frazione di TAROTI o di CASTELLUCCIO, Tale castello
fu distrutto quando vi fu la guerra tra RUGGIEROTTO ACCLOZAMORA e gli ORSINI.
E’ citato anche nella Bolla di Papa Clemente III, nel secolo XI, dove si parla
della chiesa di S. Martino in Angre.
Il nucleo di Lecce Vecchia fu sottoposto a dure prove dalle
frequenti pestilenze e dall’attivita’ dei BRIGANTI, che ne limitarono lo
sviluppo, cosicche nel 1656, dopo una pestilenza alquanto violenta, che
decimo’ la popolazione, il paese ebbe un periodo di decadenza notevole. Ma il
rifiorire delle arti e delle attivita’ , nonche’ un massiccio aumento della
popolazione, e’ testimoniato dal CATASTO ONCIARIO, gia’ menzionato,
compilato nel 1753 dai governanti del Regno delle Due Sicilie, che esplora a
fondo la situazione socio-economica del paese e testimonia una discreta
ricchezza ed un nucleo abitato da circa 1100 persone.
In epoca Napoleonica. Lecce viene inglobato nell’Abruzzo
Ulteriore II. Si ha notizia di un sindaco Pietro Terra nel 1818.
Dopo l’Unita’ d’Italia, il Sindaco Emidio Terra nel
1876 comunica allo Stato di avere un Gonfalone con il simbolo della Quercia
(abbondante nel territorio) e l’iscrizione S.B., iniziali del Santo Protettore
San Biagio.
Si dice che in epoca risorgimentale Lecce avesse una locale
sezione di Carboneria, formata da 21 adepti su 1146 abitanti.
L’epoca a cavallo del 1900 vede Lecce come abitato che
fonda la sua floridita’ economica sulla pastorizia e sul commercio del
legname. Tali attivita’ ebbero ben pochi benefici dal prosciugamento del lago
del Fucino, ultimato attorno alla fine del 1880, poiche’ in effetti la sua
scomparsa ebbe come risultato solo l’ estinzione di Olivi e di coltivazioni
agricole elevate, a causa della diminuzione dell’umidita’. Dunque
l’agricoltura a 1000 metri non dava molto e paradossalmente il beneficio
arrecato ai paesi limitrofi dal prosciugamento si rivelo’ come danno per Lecce
nei Marsi.
Il terremoto del 1915 ha poi costretto gli abitanti a
spostarsi piu’ giu’ rispetto al vecchio abitato, con la possibilita’ di
ricostruire case piu’ confortevoli e soprattutto di ottenere piu’ frutti dai
campi, essendosi abbassato il livello dell’abitato di almeno 300 metri.
Il terremoto, che provoco’ centinaia di vittime
nell’abitato di Lecce e decine di migliaia in tutta la Marsica, manifesto’
la sua violenza la mattina del 13 gennaio 1915 e ancora oggi c’e’ chi
ricorda i tremendi attimi di quell’evento disastroso che mise in ginocchio le
popolazioni locali. La Prima Guerra Mondiale poi contribui’ all’opera di
distruzione, in quanto furono molti i giovani costretti a lasciare il lavoro per
partire al fronte. I morti in guerra furono tanti, a ricordo dei quali sorse
anni dopo un monumento ai caduti che ancora oggi puo’ essere ammirato nella
piazza di fronte al Municipio. In origine, sulla colonna del monumento vi era
una statua di bronzo raffigurante un soldato che lancia una bomba (immagine
testimoniata anche da una bellissima foto d’epoca), ma poi essa fu requisita
dai tedeschi che ne ordinarono la conversione in attrezzi ed armi. La colonna
e’ rimasta spoglia per molto tempo, fino a quando, pochi anni fa, vi e’
stata messa sopra una statua che simboleggia la liberta’.
IL PRIMO DOPOGUERRA
Anni duri furono quelli che hanno accompagnato la
popolazione di Lecce fino alla Seconda Guerra Mondiale, poiche’ l’ingerenza
fascista nelle attivita’ quotidiane contribuiva ad aggravare le modeste
condizioni economiche dei poveri braccianti, costretti anche a riverire i
“signorotti” locali per avere qualche giornata lavorativa presso uno dei
poderi di proprieta’ dei suddetti. Prese piede l’usanza, da parte dei piu’
poveri, di mandare “a servizio” presso le ricche famiglie borghesi del paese
tutte le figlie in eta’ adolescenziale e molte di esse lasciarono anche Lecce
per accompagnare i signori nei loro viaggi o nelle loro nuove residenze.
Naturalmente, le notizie che riguardano l’abitato di
Lecce nei Marsi nei periodi piu’ recenti, vale a dire dal 1915 in poi, sono
molto piu’ attendibili e verificabili con maggior certezza, vista anche la
dovizia di documenti ( parte depositati presso la Parrocchia, parte invece
conservati nell’archivio del municipio).
Si consolido’ dunque, a 900 metri s.l.m.,
l’insediamento che, composto da diverse frazioni, non ha un nome unico, ma
raccoglie denominazioni pittoresche: SIERRI, CA’MARINO, CA’BUCCELLA,
CA’ CARLONE, CA’ SCAPPONE e MACCHIA.
Il nome SIERRI non ha una precisa etimologia, ma puo’
derivare da SERRE, che in dialetto significa “VETTA, SOMMITA’”. A
tutti gli effetti, esso era il centro piu’ popolato e piu’ importante del
luogo (potremmo definirlo come LA CAPITALE!). Si presume che la popolazione di
Sierri si aggirasse intorno alle 500 unita’!
MACCHIA invece si trovava molto piu’ a ovest di Sierri e
distava da esso circa 2 Km. Le rovine di Macchia sono visibili nel tratto di
antico sentiero che porta verso ovest, nel luogo denominato “fiume di
Ortucchio”.
CA’MARINO e’ il nucleo abitato che fa da fulcro per
tutti gli altri, poiche’ le sue rovine sono poste esattamente in un quadrivio
che consente di procedere in tutte le direzioni.Il suo nome, come quelli di
CA’ SCAPPONE, CA’ CARLONE e CA’ BUCCELLA, deriva dai nomi di famiglie
numerose o eminenti che identificano il luogo dove ci si trova. Infatti, in
dialetto, “CA’ “ significa “a casa di”. Erronee, come suddetto, sono
le indicazioni che campeggiano sui segnali turistici di Lecce nei Marsi,
laddove, nella speranza di restituire una parvenza di italiano alla corretta
toponomastica del luogo, si parla di “CA BUCILLI, SERRE “ e, peggio ancora,
“CAMERINO!”
La zona, abitata per poco tempo, offre poche spunti di
discussione storica, ma un fatto e’ saliente a tal proposito.
Infatti, durante la II Guerra Mondiale, per paura dei
bombardamenti, la gente che ormai abitava nell’odierno centro abitato di Lecce
nei Marsi, posto molto piu’ a valle, torno’ alle vecchie case in montagna e
alcune famiglie vi dimorarono anche un paio di anni (1942- 1944)!
Comunque, attorno al 1920, ormai il paese era posto nella
posizione che oggi conosciamo.
Il fascismo impresse una sterzata notevole alle abitudini
dei cittadini, cosicche’ piovvero dall’alto alcuni PODESTA’ di nomina
governativa che poco avevano a che fare con gli usi e le consuetudini del tempo.
Quello che tra essi duro’ piu’ tempo in carica fu
CALLINI POMPEO, che sembra abbia retto le sorti di Lecce per circa 15 anni.
IL SECONDO DOPOGUERRA
I cittadini di Lecce nei Marsi si prepararono,
come tutta l’Italia, ad una seconda guerra che avrebbe di nuovo stravolto le
loro abitudini. I combattenti di Lecce nei Marsi, raffigurati in una bellissima
foto d’epoca con tanto di nome per ciascuno di essi, partirono con destinazioni
diverse. Essi erano all’incirca 200, ma la foto di gruppo ne riporta 153.
I piu’ sfortunati caddero subito sul fronte
Greco-Albanese, mentre altri affrontarono la terribile “campagna di Russia”
(operazione Barbarossa) ed altri ancora passarono anni in prigionie diverse,
perfino in Africa.
La data del 08 settembre 1943 fu drammatica per Lecce nei
Marsi, poiche’ in paese erano presenti centinaia di soldati tedeschi, i quali,
dopo il “tradimento” italiano, usarono il pugno di ferro con i cittadini.
Pero’, senza grossi drammi, si giunse alla proclamazione
della Repubblica Italiana e a Lecce, come in ogni comune d’Italia, si torno’
a votare per eleggere i propri rappresentanti politici in seno alle
Amministrazioni.
Divertente e’ adesso leggere le cronache di quei giorni
intorno agli anni 1949-50, laddove il fervore dei cittadini era evidente
soprattutto per la politica nazionale, che doveva essere rispecchiata fedelmente
anche a livello locale. Il 1950 pero’ fu un anno chiave anche per la Marsica,
poiche’ ci fu l’assegnazone delle terre del Fucino agli agricoltori, a
seguito della “Rivolta Agraria”, consumata in polverose strade di campagna,
contro il possesso latifondista dei Torlonia.
I due schieramenti politici di Lecce, storicamente, sono la
DC ed il PCI, che si sono alternati alla guida del paese fino ad oggi.
Di seguito e’ riportato un elenco dei Sindaci che sono
stati eletti dal 1948 al oggi:
1950- 52 SINDACO ANTONIO BARILE
1952 - 64 SINDACO ALFREDO RODOMONTE SPALLONE
1964 - 70 SINDACO ALFREDO MORGANI
1970 - 85 SINDACO MARIO SPALLONE
1985 - 95 SINDACO ANGELO GALLOTTI
1995 -
2004 SINDACO ALFREDO SPALLONE
2004 - 2006 SINDACO ANDREA
FAVORITI
2007 -
2012 SINDACO
ANDREA FAVORITI
2012
.... SINDACO
GIANLUCA DE ANGELIS
LECCE NEI
MARSI..... OGGI
Il brusco cambiamento delle condizioni sociali e culturali
di Lecce nei Marsi attorno alla fine degli anni ’70, ancora oggi non trova una
spiegazione del tutto valida, ma e’ certo che il piccolo paese di pastori e
braccianti si trasformò in una località turistica di interesse notevole e
molto rinomata! A Lecce si crearono dal nulla enormi complessi residenziali, e,
nei primi anni ’80, la costruzione delle case popolari tolse in via definitiva
anche le vecchie abitazioni fatiscenti che risalivano al dopo-terremoto.
Si calcola che l’anno con più presenze turistiche a
Lecce nei Marsi sia stato il 1982: nel periodo dal 01 al 20 agosto si
registrarono in paese, a fronte di una popolazione di 2000 abitanti, circa 6500
persone !!
Oggi, Lecce nei Marsi può essere rappresentato in cifre
come segue (N.B. La fonte dei seguenti dati e’ l’ISTAT).
GRADO DI MONTANITA’ |
TOTALE
|
|
ALTITUDINE |
735 METRI S.L.M. |
|
ABITANTI |
1699 (1991) |
|
TURISTI |
1000
|
(stima al 1999) |
ADDETTI NELL’AGRICOLTURA |
10,1 %
|
|
ADDETTI NELL’INDUSTRIA |
27,3%
|
|
ADDETTI NEL COMMERCIO |
24,3%
|
|
ADDETTI NELL’APPARATO PUBBLICO |
38,4%
|
|
INDICE DI NATALITA’ |
7,9% |
(OGNI
1000 ABITANTI) |
INDICE DI MORTALITA’ |
11,7% |
(OGNI
1000 ABITANTI) |
DECREMENTO MEDIO ANNUO |
3,8% |
|
INCREMENTO MEDIO ANNUO |
1,8% |
(PERIODO 1991-1997)
|
ANALFABETISMO |
CIRCA 2%
|
|
A cura di OMAR VALLABINI
|